
di Stefano Mascioni
Se ne parla molto ma si conoscono poco. Si chiamano SAF (Sustainable Aviation Fuel), sono i carburanti rinnovabili che puntano a decarbonizzare l’aviazione e a ridurre la dipendenza dal petrolio e il relativo l’impatto ambientale del trasporto aereo. Gli USA hanno hanno scelto la strada della carota con gli incentivi fiscali per diffondere i SAF più rapidamente, l’Europa ha scelto il bastone e l’obbligo attraverso il regolamento RefuelEU Aviation.
Alla Eagles Aviation Academy addestriamo i nostri piloti a risparmiare carburante fin dalle prime missioni. Siamo convinti che lo sviluppo di una consapevolezza ambientale fin dalla fase dell’addestramento, renda possibile formare una nuova generazione di piloti che voleranno considerando anche l’aspetto ecologico del proprio lavoro. Sull’argomento ci sono molte teorie e soluzioni tecniche possibili, l’elettrico è ancora lontano e l’idrogeno appena agli albori, una soluzione già disponibile sono i SAF, ma il vero cambio di passo si avrà quando le soluzioni ecologiche saranno competitive a livello economico. Nessuno, a parte qualche utopista vuole e può volare in perdita. E poi sorgono anche problemi etici, considerando che secondo un rapporto dell’agenzia Transport and Environment di Bruxelles, per creare una quantità di SAF sufficiente per un volo transatlantico sarebbe necessario il grasso di 8.800 maiali! Ma alla fine i SAF, cosa sono?
Cos’è il Sustainable Aviation Fuel (SAF)?
Il SAF, o Carburante Aviazione Sostenibile, è una categoria di carburanti rinnovabili , prodotti utilizzando materie prime di origine animale o vegetale (come rifiuti organici e biomasse ma anche grassi e oli). Sono progettati per essere bruciati nei motori a reazione degli aerei in linea: sono un’alternativa ai tradizionali carburanti per l’aviazione derivati dal petrolio, e al momento vengono utilizzati miscelati in percentuali minime con i carburanti tradizionali.
I SAF hanno la capacità di ridurre le emissioni di carbonio rispetto ai carburanti convenzionali, caratteristica cruciale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’industria dell’aviazione, che continua a crescere e che si è data obiettivi di riduzione della propria impronta carbonica.
Esistono anche i cosiddetti e-fuel, carburanti sintetici prodotti in laboratorio, ma l’Italia punta decisamente sui biocarburanti.
Uno dei vantaggi dei SAF è la compatibilità con la filiera esistente di stoccaggio e distribuzione; già oggi possono essere utilizzati con gli aerei e le infrastrutture aeroportuali, rendendo la transizione particolarmente agevole.
Su cosa punta il regolamento europeo
No Tankering
Le compagnie aeree in partenza da aeroporti UE saranno obbligate a rifornire gli aeromobili solo con il carburante necessario al volo per evitare emissioni connesse all’aumento di peso dovuto alle pratiche di “tankering”, ovvero al carico di carburante extra per evitare i costi di rifornimento più alti nell’aeroporto di destinazione.
Obbligo di disponibilità
La UE obbliga gli aeroporti europei a garantire le infrastrutture necessarie alla fornitura e allo stoccaggio dei carburanti sostenibili per l’aviazione
Etichette per i passeggeri
L’unione ha adottato un sistema di etichettatura sulle prestazioni ambientali degli operatori aerei che utilizzano combustibili sostenibili, dovrebbero aiutare i consumatori a compiere scelte informate e promuovere i voli più ecologici.
Secondo il Presidente Enac Pierluigi Di Palma: “I SAF possano essere utilizzati immediatamente, data la loro compatibilità con gli aeromobili attualmente in servizio. In futuro avremo anche altre tipologie di propulsione green, come quella elettrica e quella basata sull’idrogeno, ma il loro percorso di sviluppo è ancora lungo e i velivoli attualmente utilizzati hanno davanti a loro ancora decenni di esercizio. Nell’ottica della decarbonizzazione, i SAF rappresentano quindi una soluzione a lungo termine. È importante che il Trasporto Aereo abbia accesso a tutte quelle materie prime sostenibili – biomasse in primis – che possano portare a un aumento della produzione e a una riduzione del divario di prezzo rispetto al jet fuel di origine fossile”.